14 settembre 2006

Il fragore del pennello sulla tela

Da SurfNews Magazine n. 42

...Da bambino mi piaceva scrutare l’orizzonte, i toni azzurri del cielo intervallati dalle masse soffici delle nuvole, il rincorrersi delle colline “arabescate” da vigneti e frutteti, lavorati dalla mano di una esperta ricamatrice più che da quella dell’uomo; studente ho avuto la fortuna di “incontrare” Cezanne, Monet, Renoir… E mi sono innamorato della pittura impressionista, condividendo l’interesse e il desiderio di cogliere l’attimo che passa, la folata di vento, le luci e le ombre, i riflessi mutevoli sull’acqua; mi piaceva dipingere “en plain air” con pennellate visibili e spesso trasversali, con colori brillanti spesso rinvigoriti dall’accostamento di complementari. Negli anni ’60 partecipavo alle mostre estemporanee che, a quei tempi, riempivano il calendario delle feste e delle sagre dei paesi intorno a Roma; partivo con il mio scooter rosso, con tele, cassetta dei colori e cavalletto da campagna un po’ a tracolla, un po’ legati alla moto, inseguito dallo sguardo preoccupato di mia madre che mi sovraccaricava con le sue “ben-note-scorte-alimentari”. Pittoricamente mi sono formato in quel periodo, dipingendo fianco a fianco con artisti di ogni età e tendenza, instaurando amicizie che sono durate negli anni e che, a distanza di tempo, ricordo con affetto e profonda gratitudine… Mi accorgo però di scivolare nel nostalgico, mio malgrado. Ma non posso non sottolineare che la mia pittura di oggi è il frutto di tutta quella gavetta e di tanti piccoli segreti sul colore, i diluenti, le mescolanze, che carpivo ogni volta osservando le opere di quei pittori che erano, per me, dei “grandi maestri”.

Poi ho scoperto il mare: quell’immensa distesa blu, ora indaco, ora cobalto, ora smeraldo, su cui si riflettono i colori del cielo; mai uguale nel trascorrere delle ore, dei giorni o dei mesi; ogni attimo è un momento magico irripetibile, soprattutto quando nei giorni che seguono una forte mareggiata, dopo una calma apparente, il mare riprende vigore, alzandosi in onde gigantesche, imponenti che, esibendo una chioma bianchissima, accecante, si rovesciano poi su se stesse in un fragore assordante, disperdendosi quindi in mille rivoli; una profonda emozione che non puoi trattenere mi pervade: devi esternarla, gridarla, condividerla; nasce a questo punto un desiderio incontenibile di dipingere le onde, in una sfida sempre nuova tra la bellezza assoluta dei suoi colori, il suo profumo intenso, le folate di vento che ti sfiorano e il tentativo di fissarli su una tela. Non saprei definire o quantificare la valenza artistica di una mia opera finita: gli osservatori la definiscono bella, stupenda, luminosa, meravigliosa, abbozzata, buona e in mille altri modi, ma a me non interessa un granchè perché quello che trovo di valore assoluto è il momento in cui su una tela riesco a dar vita a quelle emozioni trattenute.

Non riesco ad immaginare un Paradiso dove non ci sia il mare, ma forse chissà, una parte del Paradiso è proprio in quella sconfinata distesa blu, dove ho trascorso con i miei figli tutti i momenti migliori della mia vita di padre, trasmettendo loro l’amore e il rispetto per tutto quello che il mare ci offre, condividendo le emozioni più belle, approfondendo sempre di più la conoscenza della flora e della fauna marina.
Ogni volta che osservo il mare, calmo e silenzioso o in movimento sotto l’incalzare delle onde, o anche il volo leggero ed elegante dei gabbiani, mi assale una voglia incontenibile di dipingere, così anche i racconti dei miei figli o dei loro amici del Toes Over, di ritorno da Biarritz o da Bali, dalle Hawaii o dal Messico, dal Marocco, dalla Costarica o dall'Australia, mi danno una carica incredibile, quella che forse molti chiamano “ispirazione” che mi spinge a mettere una, due, tre tele bianche sul cavalletto e a spremere sulla tavolozza i miei colori ad olio e ad iniziare una nuova meravigliosa sfida infinita, senza vinti e vincitori, sempre con lo stesso entusiasmo, nel tentativo di ricreare il boato assordante delle onde, il bianco accecante della schiuma fumante sotto la spinta del vento di terra, il tutto accompagnato da una incalzante sinfonia wagneriana.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

My friend and I were recently talking about how modern society has evolved to become so integrated with technology. Reading this post makes me think back to that debate we had, and just how inseparable from electronics we have all become.


I don't mean this in a bad way, of course! Societal concerns aside... I just hope that as memory becomes less expensive, the possibility of transferring our memories onto a digital medium becomes a true reality. It's a fantasy that I dream about almost every day.


(Posted on Nintendo DS running [url=http://knol.google.com/k/anonymous/-/9v7ff0hnkzef/1]R4 SDHC[/url] DS BlogServ)

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Great post. Non vedo l'ora di leggere le prossime:)

Anonimo ha detto...

Volevo solo fare un commento per dirle che sono felice di aver trovato il vostro blog. Grazie